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Tassoni, Alessandro.

Poeta e letterato italiano. Fu accademico della Crusca dal 1589 con lo pseudonimo di il Brullo. Si trasferì nel 1599 a Roma, dove fu al servizio del cardinale Ascanio Colonna, seguendolo poi in Spagna. La sua passione letteraria si sposò con l'impegno politico: informatore di casa Savoia, nel 1618 si trasferì a Torino e nel 1619 venne nominato gentiluomo del cardinale Maurizio. Nonostante il riconoscimento ottenuto, non fu molto benvoluto a corte per la sua dichiarata ostilità alla politica filospagnola perseguita in quegli anni da Carlo Emanuele I di Savoia. Tornato a Roma nel 1621 con il cardinale Maurizio, interruppe bruscamente i contatti con il prelato. In quegli anni scrisse un Manifesto, mai pubblicato, che è un violento atto di accusa nei confronti di casa Savoia. Passato al servizio del cardinale Ludovisi, tornò nella natia Modena in qualità di gentiluomo di belle lettere del duca Francesco I. La sua produzione letteraria è caratterizzata da tre aspetti fondamentali: la vena comico-satirica, il fervore politico-patriottico e l'approfondimento critico-filosofico. La prima componente si manifestò compiutamente nella sua opera più famosa, La secchia rapita (V. SECCHIA RAPITA, LA) poema eroicomico di 12 canti in ottave, rivista su richiesta del Sant'Uffizio rispetto all'originaria stesura dal titolo La secchia e poi pubblicata in due successive edizioni del 1617 e 1622. Il fervore politico-patriottico emerse nelle Filippiche contro gli Spagnoli (1614-15), sette veementi orazioni contro Filippo III di Spagna, amara considerazione sulle sorti dell'Italia caduta in mano straniera, e nella Risposta al discorso del Soccino genovese (1617), un personaggio che aveva esaltato il dominio spagnolo in Italia; entrambe le opere sono quasi certamente attribuibili a T., sebbene misconosciute in vita dal suo autore. Infine la componente critico-filosofica fu propria delle Considerazioni sopra le Rime del Petrarca, giunte in quattro redazioni diverse, due manoscritte e due a stampa (1609 e 1611), in cui polemizzò con i marinisti e i petrarchisti, senza risparmiare neanche l'esimio cantore di Laura. Anche i Dieci libri di pensieri diversi (1620) concorsero a meglio definire il pensiero erudito e filosofico di T.: sono una raccolta di riflessioni su svariati argomenti, interessanti perché vi è già delineata la famosa questione sulla superiorità degli antichi o dei moderni protagonista del dibattito culturale nel XVIII sec., oltre che per lo spiccato spirito antiaristotelico che fa di T. un uomo controcorrente, esposto alle contraddizioni della sua stessa epoca. Ai tre aspetti della sua poetica possono ricondursi anche gli scritti minori tra cui ricordiamo: il primo canto di un poema epico in ottave sulla scoperta dell'America, intitolato L'Oceano (1622, dedicato a Carlo Emanuele I), le Annotazioni alla Secchia rapita, inedito divulgato con lo pseudonimo di G. Salviani, le Postille alla Divina Commedia, al Decamerone, al Cortigiano, al Vocabolario della Crusca, tre dialoghi dal titolo Difesa di Alessandro Magno e un ricco epistolario da cui trapela il carattere vivace e polemico di T., facile all'ira e appassionato cultore della lingua (Modena 1565-1635).